LA LEZIONE DI LEONARDO
Nel
dibattito sull’attribuzione del paesaggio dipinto dal Leonardo da Vinci, datato
5 Agosto 1473, che dovrebbe secondo recenti teorie rappresentare la valle di
Terni, bisognerebbe porsi la domanda sulla vera natura dell’arte leonardesca.
Un’arte “fatta di scienza” e non di mera imitazione naturalistica , in un percorso
quasi di “protovedutismo”.
Leonardo
è un grande scienziato del suo tempo, al quale non può essere applicata, nella
sua lettura e interpretazione, la rigidità del metodo scientifico moderno,
perché il mondo di Leonardo è ancora un mondo di transizione fra Medioevo e
Rinascimento, in cui la metafisica è ancora fortemente influente sul pensiero,
sulla cultura e dunque sull’arte.
Nella
Firenze della metà del Quattrocento è in atto una rivoluzione culturale, e al
centro di questa rivoluzione c’è il neoplatonismo di Marsilio Ficino. Nel
capoluogo toscano vengono accolti, dalla
illuminata Signoria dei Medici: filosofi, studiosi e religiosi, fuggiti da Costantinopoli,
dopo la caduta nel 1453 ad opera dei Turchi-Ottomani dell’Impero Romano
d’Oriente.
I
dotti d’Oriente hanno portato a Firenze
una sapienza intatta, i testi greci dei principali filosofi non riadattati, non
riletti in senso cristiano, ma originali.
Tra cui il Corpus Hermeticum
di Ermete Trismegisto, tradotto dallo stesso Ficino, che ha influenzato con i
propri simbolismi e il suo misticismo paganeggiante, tutta l’arte del primo
Rinascimento. Uno dei “manifesti” di quest’arte profondamente legata alla
cultura neoplatonica, è la “Cavalcata dei Magi” di Benozzo Gozzoli, del 1459,
dipinta a Palazzo Medici Riccardi .
Il Leonardo
da Vinci era vicino a Tommaso Benci,
traduttore del Pimandro, uno dei testi fondamentali della dottrina
ermetica; collaborava con Luca Pacioli, autore del De divina proportione (c.d.Sezione Aurea ) e quasi certamente lesse la Theologia
platonica di Marsilio Ficino . Nel pensiero vinciano sono ben presenti
e forti i concetti della filosofia neoplatonica che affermava, tra l'altro,
l'unità ontologica di cosmo e uomo, in quanto creazioni della divinità. Allo
stesso tempo Leonardo era alla ricerca della prova, della valutazione empirica
dei fenomeni; siamo ancora lontani dall’”invenzione” del metodo scientifico, ma
sicuramente Leonardo ne è un anticipatore.
“L’empirismo
leonardesco” lo porta ad affiancare alla prospettiva tradizionale matematica,
quella cosiddetta cromatica, ovvero le variazioni di colore degli oggetti,
degli elementi del paesaggio sotto la luce naturale nel tempo e nello spazio.
E su
questa idea “d’approccio scientifico all’arte” che durante il convegno su “i
paesaggi disegnati” al “Salone del restauro di Firenze” , dello scorso 16
Maggio 2018, si è incentrato
l’intervento della dott.ssa Marzia Faietti, funzionaria del “Gabinetto dei
disegni e delle stampe delle Gallerie degli Uffizi” ,la quale ha affermato che
:
[…] Il disegno ‘8P’ di Leonardo (quello
cosiddetto della Cascata delle Marmore) è
un manifesto programmatico che riassume il senso di una ricerca solitaria, diversa,
alternativa. Leonardo nei suoi disegni vuole ritrarre ciò che esiste nella
realtà e suggerire ciò che si percepisce di quella realtà.
Il
prof. Alessandro Vezzosi, direttore del “Museo ideale di Leonardo da Vinci”, avendo
come riferimento quello di un Leonardo acuto osservatore della natura, nel
medesimo convegno ha affermato riferendosi al cosiddetto paesaggio della
Cascata delle Marmore:
Paesaggio con cascata del 1473 |
[…] Torniamo al Paesaggio del 1473 e
confrontiamolo con la carta 12685 di Leonardo nella Biblioteca Reale di
Windsor.
Vi riconosciamo la stessa zona del
Paesaggio del 1473: un percorso che culmina col traguardo visivo del colle di
Monsummano, sempre in evidenza.
Nel Paesaggio artistico del 1473 e nel
progetto idrografico 12685 Leonardo delinea lo stesso reticolo geometrico dei
terreni e delle colmate, che ancora oggi si intravedono nel Padule di
Fucecchio.
Dopo tante altre immagini, infine due
dettagli ci aiutano a concludere con un’affermazione di ragionevole certezza.
Io amo in genere lasciare aperta la finestra del dubbio e ragionare per
ipotesi.
Ma qui non vi è dubbio che questi
particolari del disegno del 1473 e del foglio 12685 per la deviazione dell’Arno
raffigurano lo stesso territorio con lo stesso colle conico.
Nel disegno del progetto, Leonardo lo
identifica scrivendoci proprio sopra “Monsomano”, oggi Monsummano (il Monte
Sommano in antico).
È
Leonardo stesso quindi che ci consente di identificare l’elemento principale di
riferimento nel Paesaggio del 1473, che è evidentemente la terra natale di
Leonardo: la Valdinievole con il Padule di Fucecchio nei dintorni di Vinci.
E’ in questo
doppio livello di lettura che quindi che andrebbe interpretata l’opera
giovanile di Leonardo del “paesaggio con cascata” del 1473, in un percorso di
rinascita delle arti, del sapere, dell’architettura, che si chiama Rinascimento
italiano.
Arch. Danilo Sergio Pirro
A. Vezzosi parla del disegno di Leonardo del 1473 al Salone dell'arte e del Restauro di Firenze (16.5.2018)
Philippe Daverio : Leonardo da Vinci
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